Lettl va in ferie

Discorso di Wolfgang Lettl del anno 1995

Cari amanti dell'arte,

veramente volevo cominciare con una citazione di Thomas Mann, dal suo romanzo "Giuseppe e i suoi fratelli" dove descrive come le ingiurie del tempo avessero logorato l'aspetto dell'invecchiato patriarca Giacobbe. Ma siccome il romanzo, nell'edizione a mia disposizione, consta di tre tomi per un totale di 1362 pagine, non ho trovato il passo in questione e devo quindi cercare di citare dalla mia memoria, col pericolo che di Thomas Mann non rimanga più molto.

Allora, più o meno va così: la figura del padre Giacobbe era curva, la pelle pallida e macchiata, i denti in gran parte caduti, la chioma rada, gambe e braccia erano diventate magre, i movimenti insicuri e lenti e, a causa delle anche lussate, ad ogni passo si piegava. La sua pancia rugosa usciva in fuori e gli era cresciuto un seno come una ad ragazza, ma non così fresco e somigliante ad una pesca, bensì come una patata, il che non è possibile, dato che, allora, Colombo non aveva ancora scoperto le patate. Emanava un puzzo d'aglio.

Thomas Mann era un narratore con la passione per i dettagli.

Leggendo questo passo, mi resi conto che invecchiare non deve per forza essere bello e che i vecchi non sono sempre quel che si dice un ornamento per l'ambiente. Allora pensai: lascia le strade e le piazze ai giovani e ritirati nel tuo giardino, lì non disturbi.

Dal momento che però, in Germania un giardino per cinque mesi è freddo e per altri cinque piovoso, decisi insieme a mia moglie di spostare in vecchiaia il nostro domicilio in Italia. Da allora sono passati 20 anni. Comprammo un terreno a Siponto, nel Golfo di Manfredonia, direttamente sul mare, perché secondo le informazioni del mio atlante geografico dei tempi di scuola, lì piove meno che altrove, e ci costruimmo una casa. In giardino c'era un sacco di lavoro da fare, perché all'inizio c'erano solo cardi e altre cose spinose, ma nel frattempo è quasi pronto, con uno stagno di ninfee, cipressi, palme e pini e tutto quel che cresce e fiorisce nel sud.



Le pareti della casa erano ancora vuote, cosa per noi atipica. Così presi il mio vecchio cavalletto, andai in giro per i dintorni e dipinsi quadri del paesaggio. Come quelli che trovate qui nella mostra.

Questo è veramente il contrasto più estremo: queste pitture impressioniste qui e le composizioni surrealistiche che io dipingo normalmente.

È vero. È il contrasto tra lavoro e ferie. L'uno è la gioia di dipingere, l'altro cerca di trovare un senso alla vita. L'impressionismo non è una delle più nuove tendenze artistiche: si colloca all'inizio dell'"Arte moderna" e si sviluppò intorno al 1870 nella zona di Parigi, allorché alcuni pittori scoprirono la bellezza della luce nei paesaggi. Gli oggetti in sé non erano tanto importanti, essi vedevano in primo luogo il gioco della luce che da questi veniva riflessa. Non s´interessavano di problemi sociali, psicologici o di altro tipo, ma dei colori. Lo si può definire superficiale, se si vuole. Ma a cosa sia dovuta la gioia che ci infondono le loro migliori opere non si può dire, ha a che fare con la qualità di questo tipo di pittura e non si può argomentare, si vede e basta.



L'impressionismo "classico" rimase limitato alla zona parigina e ad un periodo di circa 30 anni. Nel frattempo l'impressionismo era diventato una moda, cosi si diffuse; infine si appiattì e venne sostituito da altre mode e orientamenti artistici.

Uno dei motivi della sua decadenza si può considerare molto banale: non soltanto una brutta trasformazione dell'ambiente, compresa la moda dell'abbigliamento e dei mezzi di trasporto, in parte dipendente dalla crescente industrializzazione e tutto quel che vi era collegato, ma, da non tralasciare, il fattore tempo atmosferico, anche questo un motivo per cui l' impressionismo in Germania fiorì solo occasionalmente. È frustrante voler andare a dipingere e il cielo non fa altro che presentarsi grigio e piovoso.

Conobbi l'impressionismo da scolaro. I miei insegnanti di disegno della scuola superiore ne erano entusiasti e riuscì loro di trasmettere questo entusiasmo a noi scolari. I miei primi tentativi con gli acquerelli si attenevano alla ricetta che ci avevano dato: si prenda una superficie bianca e si dipinga in ogni posto la macchia di colore corrispondente a quella che si vede davanti a sé nel posto in questione.

Per tutte le altre materie avevo scelto il mio posto direttamente alla finestra e, a discapito della materia che veniva trattata in quel momento, osservavo con grande interesse il gioco delle macchie di luce cangianti nella palestra di fronte.

Mi sono rimasti nella memoria due sogni di questo periodo: in città, nelle vicinanze della Chiesa dei frati scalzi, dipingevo le case illuminate dal sole ed ero felice.

Un'altra volta ero nella Pianura Padana e vedevo la catena alpina da sud e anche qui ero felice.

L'Italia rimase relativamente non toccata dall' impressionismo e la Puglia, nel suo isolamento, quasi del tutto. L'ultimo stile era stato il barocco spagnolo e dopo fiorì in larga parte il dolce kitsch. Il paesaggio nella sua splendida luce e nella sua aspra bellezza rimase non scoperto: l'interesse che suscita è soltanto per un utilizzo come superficie agricola coltivabile o per scaricarci i rifiuti. Chi vuole offrire qualcosa ai suoi occhi guarda la televisione.

Un pittore che voglia occuparsi a fondo della realtà dovrebbe dipingere rovine di cemento e orribili fabbriche e condomini e cartelloni pubblicitari e lamiere d'auto e tanto sporco.

Dovrei farlo?



O dovrei invece girarmi e mettermi un po' a lato? Dove poter ancora vedere il riflesso del settimo giorno della Creazione e un pezzetto di Paradiso? O un gregge, come ai tempi del patriarca Giacobbe?

Anche questa è realtà. E siccome è un'esperienza così bella, lasciarsi ammaliare dalla luce di questo paesaggio, ho dipinto più quadri di quanti ce ne sarebbero serviti per le nostre pareti.

L'esposizione mostra i "Dipinti delle ferie": ciò vuol dire che le ferie non rappresentano il senso della nostra vita, ma ne fanno parte.

Mi auguro che anche voi condividiate la gioia per i miei quadri.